Il nuovo Centrino introduce poi la tecnologia di caching Turbo Memory, prima nota con il nome in codice Robson, che utilizza memorie flash di tipo NAND per velocizzare l'avvio del sistema, il lancio delle applicazioni e il ritorno dallo stato di ibernazione del notebook. Intel afferma che l'uso di questa memoria non volatile può inoltre ridurre i consumi fino al 20%, incrementando così l'autonomia delle batterie.
Turbo Memory, il cui funzionamento è illustrato in questo articolo italiano di Wikipedia, si pone come alternativa ai dischi ibridi e ai drive USB, questi ultimi quando utilizzati in congiunzione con le tecnologie ReadyBoost e ReadyDrive di Windows Vista (le stesse per altro sfruttate anche da Robson).
La scelta di fornire Turbo Memory agli utenti spetterà ai produttori di notebook e di schede madri, che potranno decidere se integrare o meno nei loro prodotti un certo quantitativo (tipicamente compreso fra 512 MB e 1 GB) di memoria Flash. Il futuro di questa tecnologia appare tuttavia incerto: inizialmente Turbo Memory dovrà infatti fare i conti con il costo ancora elevato delle memorie Flash, e più avanti nel tempo rischia di essere messa in ombra dalla crescente diffusione degli hard disk ibridi.
Occorre poi ricordare Centrino Pro, di cui si sono già delineate le caratteristiche in un recente articolo. Come si è detto in quell'occasione, questa versione di Centrino si rivolgerà ai notebook business, utilizzati principalmente in uffici e aziende, e rispetto a Centrino Duo supporterà le tecnologie di virtualizzazione e system management di Intel: quest'ultima permette agli amministratori di gestire i sistemi da remoto, diagnosticare e riparare i guasti, e isolare i PC infettati da virus e altre cyberminacce.
Notebook basati sul nuovo Centrino sono già stati annunciati da alcuni fra i più grandi produttori, tra i quali HP, Dell, Fujitsu Siemens Computers e Asus.
Una esaustiva recensione tecnica di Santa Rosa è stata pubblicata qui da HWUpgrade.it.
Fonte: PuntoInformatico
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