Sistema di prova e metodologia di test
Per testare il radiatore Phobya G-Charger 280 ci siamo avvalsi della seguente piattaforma hardware:
Per la messa in opera e funzionamento del circuito a liquido, abbiamo usato parte dei componenti presenti nel nostro laboratorio prove:
Per aumentare la produzione di calore e rendere più critica l’operazione di raffreddamento, abbiamo innalzato la frequenza del processore i7-3930K, con 6 core fisici ed HT attivo, a 4600 MHz. Logicamente ci serviva una basa di paragone da cui partire e per questo ci siamo muniti del radiatore presente nel laboratorio, il TFC Xchanger 360. Per non essere influenzati dalle diverse temperature ambientali, conseguenti ai diversi momenti temporali in cui si eseguono i test, dopo aver analizzato il comportamento di un radiatore, abbiamo installato il secondo facendo uscire tutta l’aria intrappolata nel circuito al fine di non compromettere la reale efficienza del prodotto. Per portare il livello di carico computazionale della CPU prossimo al 100%, ci siamo serviti dell’ottimo tool LinX, famoso per la sua efficacia con il quale abbiamo eseguito 20 cicli e monitorato la temperatura di picco.