L'appeal di Jajah, la cui sede si trova a Mountain View, a due passi dal Googleplex, è legato all'utilizzo misto delle linee telefoniche tradizionali e mobili. Tramite Jajah Web l'utente digita il proprio numero e quello del ricevente, dopodiché riceve una chiamata sul telefono fisso, o cellulare, che gli permette di attivare la comunicazione. Non è richiesta installazione di software, connessione broadband o browser particolari. L'unica necessità è quella di eseguire la procedura online prima di ogni sessione telefonica. Le chiamate fra utenti Jajah sono gratuite, le altre rispondono ad un tariffario piuttosto concorrenziale.
"I computer stanno diventando telefoni e i telefoni si stanno trasformando in computer", ha dichiarato Trevor Healy, CEO di Jajah. Un'affermazione non certo sibillina dato che l'obiettivo è proprio quello di entrare di prepotenza nelle soluzioni desktop e notebook dei partner Intel, e disporre nel più breve tempo possibile di un processore con tecnologia Jajah embedded.
"È nostra intenzione portare in dote il meglio, la prossima soluzione disponibile sarà inserita in ogni CPU per essere utilizzata su ogni dispositivo", ha aggiunto Daniel Mattes, co-fondatore dell'azienda. Come riporta Reuters, questo è uno dei sei importanti investimenti che Intel ha reso noti durante l'ultimo CEO Summit di Carlsbad. Oltre all'investimento finanziario, è certa una rinnovata politica licenziataria che coinvolgerà attivamente Jajah nella condivisione di brevetti VoIP e softphone. "Intel ha un ottimo portfolio brevetti per i computer, particolarmente uno per un'interfaccia telefonica interessante", ha sottolineato Healey. In dettaglio il CEO si riferisce al "digital browser phone" che è codificato all'ente brevetti statunitense come #7120140.
Per quanto riguarda i primi prodotti Intel-Jajah, nessuno della dirigenza ha voluto sbottonarsi. L'unica certezza riguarda gli obiettivi di Healy. "Entro la fine dell'anno puntiamo ad avere più di 5 milioni di abbonati"
Fonte: PuntoInformatico