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Finlandia: il crack dei DVD non è illegale

Helsinki - CSS, la tecnologia anticopia in dotazione ai DVD, è da tempo stata resa inoffensiva dagli hacker: sin dal rilascio, nel lontano 1999, del DeCSS ad opera di DVD Jon e sodali, copiare i videodischi digitali ha ben pochi impedimenti pratici per gli smanettoni, e non solo per loro. Il DRM più clamorosamente fallimentare della storia non rappresenta una protezione efficace dei dischi e pertanto, ha deciso la corte distrettuale di Helsinki, Finlandia, bypassarlo non può costituire reato.

La sentenza riguarda alcuni attivisti dei diritti digitali che nel 2005, reagendo all'armonizzazione della legge finlandese con le regole comunitarie europee sul diritto d'autore, misero online un sito web contenente tutto l'occorrente per eliminare la tecnologia CSS dai DVD. Informazioni che come detto sono ben note e largamente disponibili in rete da molto più di un paio d'anni, ma che ciò nonostante sono state sufficienti per incriminare due dei netizen coinvolti - autoconsegnatisi nel frattempo alle forze dell'ordine - rei di offrire un servizio per "aggirare una misura tecnologica efficace" di protezione.

Durante il processo però, gli esperti chiamati a testimoniare dalla difesa hanno fatto presente alla corte l'inefficacia sostanziale di quel sistema DRM, riuscendo infine a convincere i giudici: oggigiorno persino i sistemi operativi vengono preinstallati con software atti alla decrittazione di CSS che, vista la sua morte tecnologica dal 1999 in poi, ha stabilito la corte, "non si può più ritenere efficace nel senso stabilito dalla legge".

La sentenza è stata emessa da una corte di basso livello, e i gradi di giudizio a cui i pubblici procuratori potranno ricorrere sono ancora tanti. Pur tuttavia, è interessante valutare le sue possibili implicazioni nel contesto generale europeo e delle nuove tecnologie DRM.

La direttiva europea sul copyright, la controversa EUCD, stabilisce che una misura tecnologica è efficace quando "l'utilizzo di un'opera protetta (...) è controllato dai proprietari dei diritti attraverso l'applicazione di un controllo di accesso o di un processo di protezione, come la cifratura, lo scrambling o altra trasformazione dell'opera (...) che raggiunga gli obiettivi della protezione".

CSS, in questo senso, non può più essere considerata una misura tecnologica efficace secondo la corte finlandese: se il principio venisse adottato anche in altri paesi, la cosa rappresenterebbe una ratifica ufficiale del fallimento di questa tecnologia. Con possibili conseguenze a cascata non solo su CSS, ormai già bell'e morta da un pezzo, ma anche su sistemi come AACS, la nuova protezione dei videodischi in alta definizione che è già stata battuta più volte da hacker e smanettoni.

A questo punto la partita è aperta, ma è facile ipotizzare una sostanziosa pressione di Hollywood e dell'industria dei contenuti qualora la decisione finlandese finisse per "far scuola" anche in altri paesi europei.

Fonte: PuntoInformatico 

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